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Liquori Morelli

Liquori Morelli

Il Liquorificio Morelli nasce nel 1911 a Forcoli (Palaia), da un’idea del Cavalier Leonello Morelli, deciso a trasformare una passione in vera e propria professione.
Leonello, all’epoca proprietario di un piccolo bar, si divertiva a miscelare essenze ed estratti creando liquori e infusi, che poi somministrava agli avventori. Da lì l’idea di creare un liquorificio, che venne fondato nel 1911. Fu subito un successo, in pochi anni i prodotti Morelli si diffusero in buona parte di’Italia, diventando sinonimo di qualità e genuinità. Dal 1911 ai nostri tempi si sono alternati il figlio di Leonello, Dante, e il nipote Piero, fino ad arrivare al 2009 dove ormai stabilmente sono al lavoro i figli di Piero (la 4° generazione di Morelli) Luca, Paolo, Marco, che continuando la tradizione di famiglia hanno creato (insieme ai propri genitori) in meno di un ventennio un’azienda che vede come clienti, importantissimi ristoranti, enoteche d’Italia, distributori all’ingrosso di grande prestigio e una rete di rappresentanti diretti ben ramificata in tutta italia.

Villa Saletta

Villa Saletta

Villa Saletta è una frazione del comune di Palaia, in Provincia di Pisa.

STORIA

Il nome di Villa Saletta è di origine longobarda, e sta ad indicare un insediamento campestre con annessa villa signorile che in lingua longobarda veniva chiamato Sala.

La prima testimonianza risalente a Saletto si rileva, come ci dice Emanuele Repetti, nell’Archivio Arcivescovile Lucchese del 27 giugno 980, in riferimento ad una riorganizzazione dei livelli della zona.

La sua parrocchia fino al 1260 era dedicata ai SS. Pietro e Michele,ed era immersa in una vasta tenuta omonima, come denotato dal catalogo delle chiese della diocesi di Lucca.

A partire dalla seconda metà del Quattrocento proprietari del Borgo furono la famiglia Riccardi.

Sempre da documenti vescovili sappiamo che la parrocchia di SS. Pietro e Michele a Saletta contava, nel 1833, ben 438 abitanti.

Durante la seconda guerra mondiale Villa Saletta fu occupata dall’esercito tedesco comportando anche una incursione da parte del nucleo SS.

San Gervasio

San Gervasio

San Gervasio è una frazione del comune di Palaia in provincia di Pisa.

STORIA

San Gervasio mostra ancora oggi la struttura del borgo medievale. Di notevole rilevanza è la pieve ed il castello.

Il castello fu proprietà prima dei vescovi di Lucca, quindi passò sotto il dominio della Repubblica di Pisa, alla quale fu strappato dai fiorentini nell’anno 1436. Nei secoli successivi il borgo vide la presenza di nobili famiglie di Firenze i Rucellai.. Per ciò che riguarda invece la giurisdizione ecclesiastica, essa appartenne ancora a Lucca, fino al 1622 quando la pieve e il territorio furono annessi alla diocesi di San Miniato.Nel corso del Settecento, il castello fu trasformato in una villa fattoria che raggiunse una piena operosità e prosperità nella metà dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento.

La proprietà passò poi alla famiglia Montano. Iniziò una progressiva decadenza che culminò con gli anni ’50 del secolo scorso. Dagli anni ’60 la tenuta e l’intero territorio aziendale appartengono alla famiglia Tommasini.

Partino

Partino

Il borgo di Partino è situato in Valdera lungo la cresta arenaria di una collina posta tra Palaia e la frazione di Villa Saletta. Il particolare terreno di questa località è definito da Giovanni Battista Rampoldi nel XIX secolo come «mirabile» perché appare ferrugginoso con miscuglio di rame a contatto con l’acquaforte.

Partino dista dal capoluogo comunale poco più di 2 km e circa 42 km da Pisa.

STORIA

Il borgo nacque come castello ed è documentato dal 1260 in quanto si trovavano alcuni possedimenti della diocesi di Lucca.

La frazione contava 238 abitanti nel 1551, poi aumentati a 506 nel 1840.

MONUMENTI

  • Chiesa di Santa Maria Assunta è citata nei cataloghi della diocesi di Lucca del 1260. In un documento redatto a Pisa il 30 dicembre 1412 si legge che ne fu rettore il sacerdote Jacopo di Giovanni. Il territorio della parrocchia di Partino conta circa 250 abitanti.
Montechiari

Montechiari

Il borgo di Montechiari è situato in Valdera, frazione di Peccioli, sulla cima di una collina. Il paese si affaccia sulla piana dove sorge Forcoli, e confina ad est con la frazione di Montacchita.

Montechiari dista circa 9 km dal capoluogo comunale e poco più di 40 km da Pisa.

STORIA

Il territorio risulta abitato già in epoca etrusca di età arcaica. Alcuni ritrovamenti testimoniano la presenza di un insediamento di una certa importanza lungo la strada tra Montechiari e Montacchita, strada che costituiva allora un’importante via di comunicazione tra le città di Pisa e Volterra. Sempre nei dintorni di Montechiari sono stati individuati alcuni resti di archeologia industriale, perlopiù strutture produttive di laterizi, ovvero fornaci documentate tra la fine del Medioevo e l’età moderna poste solitamente nei pressi di ville padronali, in quanto costruite in funzione dei cantieri per l’edificazione della villa stessa e poi mantenute anche successivamente per scopi di manutenzione.

Il borgo è nato in epoca medievale come castello, ma venne incendiato e distrutto nel 1362. Il castello non venne ricostruito, in quanto né il Targioni Tozzetti, che riporta di aver visitato il paese nelle sue Relazioni, e né il Repetti nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana fanno menzione alcuna di questo castello. Ciò che rimane dell’area castellana di Montechiari è l’imponente villa con torre merlata situata nella parte più alta del paese.

Montacchita

Montacchita

Il borgo di Montacchita è situato in Valdera sulla cima di una collina di marna cerulea. Il paese si affaccia sulla piana dove sorge Forcoli, e confina a ovest con la piccola frazione di Montechiari.

Montacchita dista circa 8 km dal capoluogo comunale, Palaia, e poco più di 40 km da Pisa.

STORIA

Il territorio di Montacchita risulta abitato già in epoca etrusca di età arcaica. Montacchita nacque come borgo castellano in epoca altomedievale, in cima al quale era situata la rocca Trasformata nei secoli successivi in villa fortificata.

Fu proprietà della facoltosa famiglia Bianconi di Pisa, ed è documentata almeno fino alla fine del XVIII secolo. Giovanni Targioni Tozzetti, nelle sue Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, lo descrive come «piccolo castello de’ signori Bianconi di Pisa, la villa de’ quali comprende l’antico cassero. Il castello, e principalmente questa villa, è situata in un’altissima cima, e gode aria sottilissima, con una vastissima veduta». La villa col cassero sarà demolita nei decenni successivi, e già nel 1839 il Repetti riporta la testimonianza del castello scomparso.

Forcoli

Forcoli

Fòrcoli è una frazione del comune di Palaia, in provincia di Pisa. Il nome Forcoli, deriva dal vecchio “Forcole” a sua volta derivato da castrum Forcolae.

STORIA

Il riferimento più antico nella storia di Forcoli risale al 1061. Nel periodo dal 1141 al 1153 una parte del borgo passò dall’arcivescovo di Pisa all’arcivescovo di Lucca. Nel 1285 il paese venne conquistato da Firenze. Il borgo non sfuggì alle conseguenze delle successive lotte fra Pisa e Firenze: nel 1362 un esercito di Fiorentini, comandato dal marchese Bonifazio Lupo, distrusse infatti “Mercantale di Forcoli”.

L’ultimo acquirente storico della Villa fu il barone Brunner, dal quale prende il nome la piazza del paese. Nel 1915 vi fu mandato dal padre il membro della famiglia Guido Brunner, che aveva disertato dall’Impero Austroungarico per combattere insieme agli Italiani. Cadde in azione nel 1916.

Colleoli

Colleoli

Colleoli  è una frazione del comune di Palaia, in provincia di Pisa.

STORIA

Le origini del Palazzo al Borgo di Colleoli risalgono all’Alto Medioevo. La costruzione viene fatta risalire ai Legoli, feudatari del castello di Colleoli insieme agli Agostini.

I Legoli ottennero la cittadinanza pisana nel 1494 con Andrea di ser Betto di Giovanni Maria. Lo stemma Legoli è ancora visibile nel Palazzo di via Toselli all’angolo di via Garofani a Pisa.

Numerosi documenti attestano la struttura dell’edificio e descrivono i numerosi complessi costruiti nella tenuta dalla metà del XV secolo, tra cui una fornace a cui si attribuisce l’utilizzo per la raffinazione del salnitro. Il salnitro veniva utilizzato nella produzione della polvere da sparo che i pisani usarono contro l’assedio fiorentino di Vicopisano e per la cottura delle decorazioni in cotto del Palazzo dell’Ussero a Pisa.

Gli Agostini ottennero la cittadinanza pisana nel 1293 con ser Bacciameu. Lo stemma Agostini è visibile sull’ingresso principale della villa e della chiesa del borgo: di rosso al capo d’azzurro, caricato di tre stelle di otto raggi d’oro. La proprietà di Colleoli fu alienata agli Ogna dal conte Alessandro di Alfredo Agostini nel 1921.

Baccanella

Baccanella

Baccanella(Palaia) sorge in pianura nella Valdera, a metà strada tra Forcoli e Montanelli, ai piedi della collina di Alica. La località era nota per la presenza di acque acidule solforose, molto utilizzate per la cura di reumatismi.

Il paese dista circa 7 km dal capoluogo comunale e poco meno di 40 km da Pisa.

STORIA

Il borgo era noto già in epoca medievale per la presenza del Bagno a Baccanella, pozza di acqua  solforosa fredda. Le acque furono descritte da Giovanni Targioni Tozzetti nel suo Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana del 1751, documentando la presenza di un piccolo lago, chiamato “pozza”, molto sfruttato per la cura di varie patologie: lo stesso medico Andrea Vaccà Berlinghieri era solito utilizzare le acque per curare le malattie della pelle, i reumatismi e l’artrite.Il nucleo originario del paese pare da ricondursi alla presenza, nei pressi delle acque, di una piccola osteria, una bettola, da cui il toponimo. Con la costruzione della chiesa nel XVII secolo, la località iniziò a svilupparsi fino a prendere la forma nei secoli di moderno paese rurale, a vocazione agricola.

Alica

Alica

Alica è una frazione del comune di Palaia, in provincia di Pisa.

Il suo nome sembra da riferire all’aspetto delle antiche coltivazioni di Triticum, quasi a formare un campus alicaeAlica è infatti il termine latino che dovrebbe identificare il farro medio o la spelta, coltivate sin dall’antichità e usate anche dai Romani.

STORIA

Le prime fonti sul paese risalgono al 980, quando Guido Vescovo di Lucca cedette la metà dei suoi redditi al piviere di San Genesio. Fu anche sotto il possesso della Badia di San Casciano a Carigi, con Bolla Pontificia di Lucio III.

Nel 1209 fu concessa da Ottone IV in feudo ai vescovi di Lucca, ed a loro confermata da Carlo IV.

Nel corso del Trecento vi aveva acquisito molti beni la famiglia pisana dei Gambacorti. Durante l’insurrezione di Pisa contro Firenze iniziata nel 1494, Alica fu occupata e saccheggiata dall’esercito fiorentino.